Patologie e trattamenti Lombari

LOMBALGIA

Più comunemente detta mal di schiena; descrive la sintomatologia relativa alla parte bassa della colonna vertebrale, colpisce una percentuale altissima di persone adulte (40-80%) ed è spesso sottovalutata. La lombalgia coinvolge i muscoli, le ossa e la cartilagine della schiena e può essere classificata in acuta o cronica, in base alla durata dei sintomi e alla loro intensità. Inoltre, nella maggior parte dei casi, la lombalgia può essere inquadrata in due sotto-categorie, a seconda che il dolore sia di origine meccanica (oltre l'85%); meno di un 15% è di origine non meccanica. La lombalgia di origine meccanica colpisce generalmente persone giovani (da 20 a 55 anni), in buona salute, che tuttavia, a causa del dolore, hanno difficoltà a compiere i movimenti o a mantenere le posizioni necessari allo svolgimento delle normali attività quotidiane. La causa più frequente è legata alle varie fasi di degenerazione del disco intervertebrale, che agisce come un ammortizzatore di cartilagine situato tra le vertebre. Solitamente, il mal di schiena di origine meccanica va e viene nell'arco della giornata e non permette alla persona di piegarsi o stare seduta per un tempo più o meno prolungato senza avvertire dolore, che tuttavia è assente durante le altre attività.

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LOMBO-SCIATALGIA

Quando la sintomatologia si estende dalla schiena a uno o entrambi gli arti inferiori ed è dovuta ad un interessamento della radice del nervo spinale, cioè il nervo che fuoriesce dalla colonna vertebrale. Generalmente, il dolore irradiato nella gamba insorge gradualmente senza che vi sia una causa apparente, ma a volte può essere conseguente ad uno sforzo improvviso o a un trauma ed essere associato a una deformità acuta. La causa più frequente della lombo-sciatalgia è la protrusione discale che va a comprimere il nervo spinale e può essere accompagnata da una riduzione della forza muscolare e/o della sensibilità cutanea. La maggior parte delle persone che soffre di lombo-sciatalgia presenta un dolore di origine meccanica, come nella lombalgia e ha difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane, come piegarsi e stare seduti, ma anche stare in piedi, camminare e stare coricati.

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ERNIA DISCALE

È il risultato di una dislocazione di materiale normalmente contenuto nel disco intervertebrale ( nucleo polposo) che fuoriesce dall'anello fibroso che lo contiene ed entra in contatto con le strutture nervose. L'ernia è frequentemente associata ad una pregressa degenerazione del disco ed é quindi normalmente preceduta da episodi di lombalgia e/o sciatalgia. Questi pazienti spesso non presentano dolore lombare, bensì una deformità acuta, una riduzione della forza muscolare, dolore costante e gravi difficoltà sia con i movimenti che le posizioni, soprattutto la deambulazione. Nella fase acuta, il dolore è molto intenso e a volte il ricorso alla chirurgia rappresenta l'unica soluzione; tuttavia alcuni pazienti riescono ad evitare l'intervento modificando il loro stile di vita e con il passare del tempo migliorano.

 
 
 

DISCOPATIA

Descrive il processo degenerativo della colonna lombare, cervicale o dorsale. Le prime modificazioni intervengono all'interno del disco intervertebrale (la cartilagine situata tra 2 vertebre e costituita dall'annulus o anello fibroso e da una parte centrale, più mobile per l'alto contenuto di acqua, il nucleo polposo). Le forze generate dai movimenti quotidiani (sollevamento pesi, posture scorrette prolungate, stress posturali) possono causare la formazione di fessurazioni nell'anulus attraverso le quali il materiale del nucleo fuoriesce, causando delle protrusioni del disco che, col tempo, possono trasformarsi progressivamente in ernie più importanti, associate a sciatalgia o brachialgia intermittente. A volte il materiale può fuoriuscire completamente (ernia estrusa) causando sciatalgia o brachialgia costante con deficit motorio e un disturbo notevole causato dalla compressione del nervo spinale. Con il passare del tempo questi cambiamenti all'interno del disco intervertebrale portano ad una riduzione dell'altezza del disco e dello spazio tra le vertebre, sottoponendo queste ultime ad un carico maggiore e generando cambiamenti artrosici a livello delle articolazioni. Tuttavia, anche se la presenza di una discopatia è confermata dalle radiografie o altri test diagnostici, è possibile che il dolore sia assente e che i sintomi non siano necessariamente legati a queste modificazioni, ma al normale processo di invecchiamento, esattamente come l'incanutimento dei capelli e la formazione di rughe.

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ARTROSI

Il processo artrosico è una conseguenza naturale del processo di invecchiamento che interessa le articolazioni e nella stragrande maggioranza della popolazione adulta. NON è doloroso, tant'è vero che gli esami diagnostici (RX, RM, TAC ecc) spesso evidenziano alterazioni di natura artrosica anche in un'elevata percentuale di persone che non lamenta dolore. In altre parole, non esiste una correlazione tra degenerazione artrosica e sintomatologia dei pazienti.

 
 
 

STENOSI DEL CANALE

Il restringimento del canale vertebrale o intervertebrale può causare una compressione dei tessuti nervosi. Questa patologia, quando è sintomatica, causa dolore soprattutto durante la deambulazione, che risulta limitata; la flessione o la posizione seduta danno un immediato, seppur temporaneo, sollievo del dolore.
Esistono due tipi di stenosi del canale della colonna, uno congenito, ma abbastanza raro, l'altro più comune e derivante da diverse cause. Questa restrizione del canale centrale o del forame laterale può essere dovuta ad una degenerazione delle articolazioni delle vertebre, un'ernia discale espulsa, cambiamenti a livello dei legamenti intorno alle vertebre, spondilolistesi, scoliosi della colonna, cicatrici o aderenze in seguito ad interventi chirurgici. Questa restrizione degenerativa può provocare sintomi, tra i più comuni di questa patologia sono dolore, formicolio o intorpidimento soprattutto nella gamba, un aumento della sintomatologia con il cammino e una riduzione della forze delle gambe. Colpisce generalmente la popolazione anziana nella colonna lombare portando un anamnesi di sintomi agli arti inferiori. Sono alleviati da attività in flessione ed esacerbati dall'estensione, per esempio il cammino, e provoca una persistente perdita di estensione. Nella colonna cervicale i sintomi sono al braccio e prodotti sempre dalla chiusura del forame, aboliti o diminuiti con la sua apertura con certi movimenti o posizioni. La stenosi può provocare una compressione sul midollo spinale causando una mielopatia, una patologia più grave ma anche più rara, potenzialmente non reversibile.

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SPONDILOLISTESI

Descrive un'instabilità vertebrale dovuta ad uno slittamento della vertebra sulla vertebra sottostante. Può essere di natura traumatica, congenita o spontanea e non sempre é sintomatica.


DISTURBI ALL'ARTICOLAZIONE SACRO-ILLIACA

Si presentano frequentemente con la gravidanza o a seguito di trauma, oppure possono essere dovuti a una predisposizione congenita.
Il dolore può essere di origine infiammatoria con alcune malattie, per esempio l'artrite reumatoide o la spondilite anchilosante, e anche nelle prime giornate dopo un trauma.
In questa fase la terapia consigliata è di riposo e farmaci, prescritta dal medico ed eventualmente l'applicazione di ghiaccio o impacchi caldi secondo la causa dell'infiammazione. Nella fase acuta può essere indicato l'utilizzo di un corsetto o di una fascia intorno il bacino, mentre il trattamento dopo un trauma dipende dall'entità del trauma stesso. Una radiografia è il primo consiglio. Dopo un controllo radiografico viene trattato l'esito del trauma e prescritto un programma di recupero dei movimenti sempre secondo la gravità della lesione.
Un'altra causa di dolore all'articolazione sacro-iliaca è meccanica - cioè influenzata da movimenti e posizioni. La terapia necessaria per questo tipo di problema, indirizzata ad una mobilizzazione, quindi ginnastica specifica, o ad una stabilizzazione, attraverso esercizi specifici per rinforzare la muscolatura che controlla la stabilità dell'articolazione. Alcune volte è necessario portare, per un periodo breve, un corsetto per controllare l'instabilità.


OSTEOPOROSI

Una condizione in cui lo scheletro è soggetto ad una perdita di massa ossea e resistenza, a causa di diversi fattori. Questi possono essere sia nutrizionali, che metabolici che patologici. Lo scheletro è quindi soggetto a maggior rischio di fratture in seguito alla diminuzione di densità ossea e alle modifiche ossee. Alcune cause sono solo una conseguenza dell'invecchiamento, quindi un processo naturale, come la formazione delle rughe o dei capelli bianchi, ma può avere un impatto sociale ed è altamente invalidante, se non curato. Non è una malattia dolorosa finché non si sviluppa una frattura patologica o un trauma, anche banale, che la provochi. L'osteoporosi, se non adeguatamente trattata, predispone a fratture con una riduzione della qualità della vita, della speranza di vita e di complicanze alla salute. Normalmente si associa questa malattia alle donne in menopausa ma in realtà gli ultimi aggiornamenti dimostrano che anche gli uomini ne sono soggetti. Il trattamento consiste soprattutto nella prevenzione con una dieta adeguata, l'assunzione del calcio e vitamina D corretta per l'età, ma anche dell'esercizio fisico. Questo deve essere regolare ed adatto al peso corporeo, dove i muscoli e le ossa lavorano contro la forza di gravità, quindi in carico o dove viene applicato un carico alle parti coinvolti. La ricerca dimostra che un programma di attività fisica rinforza le ossa e riduce in modo significativo il rischio di fratture, sia da compressione nella zona centrale della colonna vertebrale, che da altre parti del corpo. Uno studio condotto in America ha dimostrato inoltre l'utilità di un certo tipo di esercizio, confrontando un gruppo che praticava questo programma, con un altro gruppo che non praticava questa ginnastica e con un terzo gruppo che non praticava alcun programma di esercizio. Gli ultimi due gruppi hanno subito un maggior numero di fratture nell'anno successivo allo studio di ricerca. Un programma di attività fisica deve essere adatto all'individuo e allo stato di salute, non solo delle ossa, e deve essere fatto con una progressione indicata per la persona.


DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON GLI ARTI

Frequentemente un disturbo negli arti ha all'origine la colonna, soprattutto con sintomi a livello dell'anca e del ginocchio per quanto riguarda la colonna lombare, mentre a livello del braccio è spesso responsabile la colonna cervicale o dorsale per un disturbo alla spalla e al gomito. Un esame approfondito e specifico come la valutazione McKenzie è in grado di capire precocemente dove è l'origine del problema in modo di indirizzare la terapia al disturbo per ottenere risultati. Purtroppo gli esami dimostrano cambiamenti importanti alle articolazioni anche in assenza del dolore e troppo spesso la terapia, anche chirurgica, viene indirizzata alla patologia e non alla presentazione clinica. È indispensabile controllare ed eliminare la possibilità di un disturbo di riflesso dalla colonna prima di iniziare la terapia agli arti, per ottenere risultati.